di Gruppo Anarchico Galatea – FAI Catania
In questi sei anni, la popolazione delle carceri federali e statali è aumentata di 28.928 unità. Oggi la Corte Suprema inizierà a discutere i disegni di legge che propongono l’eliminazione della custodia cautelare ufficiosa o automatica.di Gr
[Dagli ultimi due anni del presidente Peña Nieto (2017-2018) fino all’attuale presidente Andrés Manuel López Obrador (dal 2018 ad oggi), ] la popolazione carceraria in Messico è passata da 197.988 persone a 226.916, per un totale di 28.928 nuovi detenuti nei centri statali e federali
La maggior parte, il 58% di coloro che sono detenuti, sono persone in detenzione preventiva, senza processi o condanne che dimostrino la loro colpevolezza.
I dati degli allegati al “Quarto Rapporto governativo” mostrano che nell’attuale amministrazione, la popolazione di persone in custodia cautelare ufficiosa o giustificata è cresciuta di 17.565 unità, raggiungendo un totale di 92.595. Questo ha fatto sì che, attualmente, almeno 4 su 10 perone (donne e/o uomini) incarcerati in Messico, siano presunti colpevoli senza condanna.
Questo lunedì (5 Settembre, ndt), la Suprema Corte de Justicia de la Nación (SCJN) discuterà sull’azione di incostituzionalità 130/2019 e l’applicazione della revisione 355/2021, e con esso, la fattibilità della misura della custodia cautelare ufficiosa o automatica, che è una delle modalità con cui le autorità imprigionano le persone senza bisogno di un processo.
I dati del governo federale mostrano che la maggior parte della popolazione carceraria del Paese si concentra nelle prigioni statali. Solo nel 2014, questi luoghi hanno raggiunto la cifra record di 206.767 detenuti.
Nei quattro anni successivi, questa cifra è scesa a 165.213, con una riduzione di 41.554 unità.
Tuttavia, a partire dal 2019, con l’arrivo di López Obrador, il numero di persone in questi centri di detenzione è aumentato nuovamente a 197.734.
[Tutto questo] coincide con le date in cui l’Esecutivo ha presentato diverse riforme in materia penitenziaria, approvate da tutti i partiti e che hanno permesso di aggiungere all’articolo 19 della Costituzione una ventina di reati che meritano la detenzione automatica.
Al contrario, la popolazione penitenziaria federale ha avuto un calo costante dal 2014 al 2021, passando da 48.871 detenuti a 28.652, una tendenza interrotta fino a quest’anno, in cui si registra un aumento di 530 persone arrivate in queste carceri (da settembre 2021 a giugno 2022).
Detenuti trasferiti dalle carceri statali a quelle federali per “depressurizzazione.”
Un’altra delle azioni che l’amministrazione di López Obrador ha evidenziato nel suo “Quarto Rapporto” riguarda la “depressurizzazione” delle carceri statali in 24 Stati – una strategia per il “recupero e la dignità delle carceri” in Messico.
Dal 1° settembre 2021 al 30 giugno 2022, sono state trasferite nei Centros Federales de Readaptación Social (Ceferesos) 3210 persone che, secondo il governo federale, “rappresentavano un rischio” nelle carceri [in cui erano rinchiuse].
Il 21 aprile, durante la conferenza stampa mattutina, un giornalista ha interrogato il presidente su questi trasferimenti, affermando che alcuni genitori sono disperati perché i loro figli sono stati trasferiti in carceri lontani, rendendo difficile per loro sapere in quali condizioni si trovano i propri figli.
Il presidente ha risposto: “C’è una situazione carceraria che oggi stiamo analizzando. Poiché le carceri degli Stati sono sovraffollate e ci sono condizioni in cui i diritti umani vengono violati a causa del sovraffollamento e delle strutture inadeguate, è stato applicato un programma per il trasferimento dei detenuti dalle carceri statali in quelle federali, [precisamente in quelle che] si sono assunte [l’incarico di ospitare parte di questa popolazione].”
Tuttavia [il presidente] ha assicurato che il governo cercherà di assistere le famiglie dei detenuti in modo che sappiano dove sono e in quali condizioni si trovano. “Naturalmente, cerchiamo di garantire che non ci siano violazioni dei diritti umani, che non ci siano maltrattamenti”, ha detto.
Il “Quarto Rapporto” afferma che il maggior numero di trasferimenti dai centri statali a quelli federali è stato registrato nello Estado de México, dove sono state trasferite 1357 persone. Seguono Guanajuato, Chihuahua, Guerrero e Puebla, da cui sono stati trasferiti rispettivamente 318, 176, 158 e 150 detenuti.
Come detto, a giugno 2022, la popolazione detenuta nel Paese ammontava a 226.916 persone, di cui l’8,3% in questi centri federali. Ovvero 18.749 persone, di cui quasi il 40% (7394) “procesadas” (ovvero condannati dopo un processo, ndt).
Il governo vanta, come un aspetto positivo, che la quantità totale di detenuti in queste carceri federali rappresenti un tasso di occupazione del 65,7% – dato che a livello nazionale si registra un sovraffollamento di 9.787 detenuti nelle 289 carceri (la cui capacità è di solo 217.129 persone).
Nel 2021, la Comisión Nacional de los Derechos Humanos (CNDH) ha pubblicato lo studio “Diagnóstico Nacional de Supervisión Penitenciaria”, in cui concludeva che “c’è una diffusa negligenza istituzionale da parte delle autorità” nelle carceri del Paese – che si evidenzia nelle condizioni di questi luoghi.
Lo studio ha segnalato diverse carenze nel garantire un’alimentazione sufficiente e adeguata ai detenuti; la mancanza di aree mediche adeguatamente attrezzate; la mancanza di acqua e di drenaggio all’interno dei centri detentivi; personale di guardia e custodia insufficiente, oltre ad altre irregolarità che violano il diritto dei detenuti a condizioni di vita dignitose.
Ha anche documentato la mancanza di un’effettiva separazione tra detenuti condannati e imputati, il che significa che uomini e donne vivono insieme senza distinzione all’interno delle carceri.
I progetti della Corte vanno contro la detenzione ufficiosa, il governo vuole mantenerla
Il 17 agosto, durante la sua conferenza stampa mensile, il ministro Arturo Zaldívar, presidente del SCJN, ha annunciato che nelle prossime settimane il più alto tribunale del Paese discuterà due questioni riguardanti la convenzionalità e la costituzionalità della detenzione preventiva ufficiosa.
“Queste questioni sono di enorme importanza, possono cambiare la storia della vita di migliaia di persone e possono anche cambiare il paradigma sopra il quale si è basato il perseguimento dei crimini in Messico”, ha detto.
In ripetute occasioni, Zaldívar ha insistito sul fatto che nel Paese la maggior parte delle persone soggette a questa misura sono di mezzi [economici] limitati, per cui applicare il carcere in modo automatico significa applicare “una pena senza condanna, che, come regola generale, punisce la povertà”.
Anche durante la sua storica visita a Santa Martha Acatitla, lo scorso Maggio, ha colto l’occasione per definire la sua posizione sopra l’argomento.
“Si è abusato della detenzione preventiva ufficiosa; ci sono migliaia di persone senza condanna nelle carceri, ma la violenza nel paese non diminuisce e nemmeno l’insicurezza; per me questo è sufficiente per dimostrare che la misura non funziona, oltre al fatto che viola i diritti umani”, ha detto.
Animal Político, in collaborazione con l’organizzazione Intersecta, ha pubblicato nell’ottobre 2021 l’inchiesta “Detenzione preventiva: l’arma che imprigiona i poveri e gli innocenti” (in spagnolo “Prisión preventiva: el arma que encarcela pobres e inocentes”). È emerso che il 70% delle persone a cui viene applicata la misura della custodia cautelare ufficiosa dispone di risorse [economiche] limitate.
Artigiani, autisti, contadini, pescatori, venditori e negozianti, che hanno a malapena un’istruzione primaria o secondaria e che sono accusati di reati minori come piccoli furti o spaccio di droga, sono le principali vittime di questa misura.
Inoltre, la ricerca ha rivelato che le donne sono le persone più colpite da questa misura. Solo dal 2019 all’agosto 2021, il tasso di donne in custodia cautelare preventiva senza sentenza, cioè legalmente innocenti, è passato da 10,2 a 14,2 ogni 100.000 donne.
Dopo che è stato reso noto che i ministri si stanno preparando a discutere la questione e che i progetti di sentenza prospettano l’annullamento di questa misura, il governo di López Obrador ha chiesto alla SCJN di mantenere nella Costituzione la figura di custodia cautelare ufficiosa, con l’argomentazione che l’eliminazione costituisce una misura negativa per la pubblica sicurezza del paese.
“È fondamentale l’esistenza della custodia cautelare ufficiosa in alcuni reati, per garantire che i presunti criminali arrestati per criminalità organizzata, gravi reati di ordine comune o crimini di “cuello blanco” (corruttori, ndt) non siano sottratti all’azione della giustizia durante il procedimento penale, tenendo conto del fatto che, in molte occasioni, l’arresto implica un grande sforzo da parte dello Stato”, ha affermato.
Il 25 agosto, proprio nel giorno in cui la Corte ha annunciato che il futuro della carcerazione preventiva in Messico sarebbe stato discusso a partire da lunedì 5 settembre, il Segretario degli Interni, Adán Augusto López, ha colto l’occasione per spingersi oltre, assicurando che l’eliminazione di questa misura rappresenterebbe la fine “dell’intera strategia di sicurezza” del governo federale.
Questo, nonostante gli organismi internazionali, le organizzazioni per i diritti umani e gli specialisti del settore abbiano criticato questa misura, ritenendo che la sua applicazione violi i diritti umani, in quanto, pur dovendo essere utilizzata come eccezione, finisce per essere la regola.